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Mentre la vita scorre

Questa è la storia di NO NAME.

Questa è la storia di INVISIBILI.

Questa è la nostra storia di CORSA E FRENESIA.

Questa è una storia quotidiana che si svolge a Roma, alla stazione Termini, ma è la storia comune di tutte le città del mondo.

Io ogni mattina corro, corro perché sono perennemente in ritardo, perché c'è stato troppo traffico, un incidente o semplicemente corriamo perché ormai siamo abituati a farlo.

Ed è correndo che un giorno mi accorgo di No NAME, la senzatetto che probabilmente è sempre stata lì ma non "la vede nessuno", quella mattina quasi ci sono inciampata su di lei mentre era sdraiata sul marciapiede... È lì che pensavo si sentisse male e mi sono fermata dal mio correre per vedere se stava bene. Semplicemente dormiva, come tutte le mattine. Dorme in mezzo alle corsie del capolinea degli autobus mentre tutto il mondo le corre intorno...

 

... Dopo quel giorno che No Name ha rallentato la mia corsa, mi sono subito rimproverata del fatto che il mio occhio "da fotografa" non l avesse notata, proprio io che sono sempre attenta a quello che agli altri sfugge non l avevo notata. E istintivamente ho tirato fuori il telefono (uno smartphone vecchio e rotto, perdonate quindi la risoluzione) e ho scattato. Ho scattato lei così immobile, ferma, cosi stonata nel contesto, così tutto quello che noi non vediamo neanche più. E da lì nasce la mia idea di "mentre la vita scorre..." questo iniziale progetto fotografico di scattarle una foto al giorno mentre lei, nella sua tranquillità, vede la frenesia correre intorno a lei.

Ed è scattando queste foto che ho cominciato a "vederla" veramente e di accorgermene di atteggiamenti che per noi non sono del tutto "normali".

Ad esempio che cammina scalza e porta le sue scarpe pulite e intatte sempre in mano....

Che si pettina e se cade anche un solo capello per terra lo raccoglie e lo butta nella spazzatura. Questo maniaco controllo della pulizia quando poi lei purtroppo tutto è meno che pulita.

Quindi fotografandola, da progetto fotografico è diventato progetto personale.

... Alla fine lo spirito di osservazione e curiosità da "fotografa" hanno avuto il sopravvento. Ho tentato giorni e giorni di provare a parlare con lei ma a qualsiasi mio sorriso, rispondeva con uno sguardo freddo e minatorio...fino a qualche giorno fa... Non lo so spinta da cosa, ha risposto al mio sorriso con un Ciao!

Finalmente ho avuto modo di parlarle e a chiederle come si chiamasse. Ho ricevuto come risposta un "I have no name" (non parla italiano, parla inglese, tedesco e un'altra lingua a me sconosciuta) e "Don't ask about my country" ma almeno mi parla. Quando le ho detto che la vedo tutti i giorni mi ha risposto "anche io ti vedo tutti i giorni", ha indovinato che nelle mie vene non scorre un sangue totalmente italiano. Lei, nella sua tranquillità, nel suo essere invisibile, ci vede tutti, tutti noi "ciechi" del quotidiano. Ha decisamente più occhi fotografico lei del mio. Ha gli occhi color ghiaccio, decisamente molto fotogenica e prima o poi, le chiederò di poterle scattare una foto con la mia reflex.

Non ora... Magari quando si fiderà al punto da dirmi come si chiama.

Al momento è stato già un bel traguardo personale aver scoperto di "rivedere", di avere una persona che la sera mi saluta dicendo sempre "è tardi, stai attenta.. Take always care of you".....lei... Lo dice a me.....

 

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